Vanessa Olivo
Il 27 ottobre scorso si è svolta presso il Novotel di Mestre una serata di aggiornamento professionale unica nel suo genere organizzata da AIS Delegazione di Venezia: “La degustazione in inglese – l’essenziale per comunicare”. Attore principale Roberto Anesi che ha guidato un centinaio di partecipanti, alcuni provenienti da altre delegazioni, nel mondo della degustazione secondo la terminologia e i criteri internazionali dettati da un’associazione di grande rilievo, quale la W SET (Wine & Spirit Education Trust) di Londra.
Vale la pena evidenziare come l’esperienza di Roberto sia stata preziosa allo scopo della serata: è, infatti, uno dei pochi italiani ammessi al prestigioso percorso didattico organizzato da ”The Institute of Masters of Wine” nonché vincitore di alcuni premi quali Miglior Sommelier del Trentino nel 2008, Master del Sagrantino di Montefalco 2010 e Master Vini passiti e da Meditazione 2010, quindi un perfetto connubio tra didattica AIS e apertura alla comunicazione internazionale con le diverse sfumature territoriali annesse.
Si nota subito, infatti, che la degustazione “inglese” rispetto alla “nostra” differisce sull’importanza data ai climi e ai territori delle zone di origine delle uve da cui deriva il vino degustato, in pratica gli inglesi sistematicamente riconducono il vino più al territorio che alla fantasia e al numero di descrittori. Questo si rivela importante soprattutto nelle degustazioni alla cieca, dove diventa fondamentale ricondurre un vino con alcune caratteristiche a una zona piuttosto che un’altra per comprenderne la tipologia.
Altro importante fattore è il carattere stesso del vino. Per esempio, ci si riferisce a un netto carattere autolitico parlando di un vino con bollicina, oppure ad un carattere “noble rot” riferendosi ad un vino ottenute con uve attaccate dalla muffa nobile, la Botrytis cinerea, o ancora un vino con un “aromatic character” esprime un vino ottenuto da uve aromatiche. Piccola curiosità legata all’uso del termine aromatic, è che, quando quest’ultimo viene utilizzato come descrittore del profumo del vino, non si vuole indicare che questo sia ottenuto da uve aromatiche ma semplicemente che sprigiona un profumo chiaro, intenso e piacevole.
Un altro aspetto che non viene trascurato nella degustazione è la descrizione delle caratteristiche olfattive e gustative di un vino riflettendo sulle modalità di affinamento dello stesso, se a lungo sui lieviti o nel legno.
Inoltre, nell’esame di un vino, se per descrivere un aspetto ci sono a disposizione, per esempio, 5 termini, questi vengono usati senza difficoltà, mentre solitamente nella degustazione secondo scheda AIS le terminologie agli estremi sono considerate per lo più accezioni negative.
Per quanto concerne la descrizione dell’aspetto olfattivo vale la regola “se usi più di quattro profumi per descrivere le caratteristiche di un vino perdi tempo tu e lo fai perdere agli altri”. L’individuazione delle varietà di profumi avviene attraverso il riconoscimento delle macroclassi cui appartengono ed è finalizzata alla ricerca del territorio di provenienza del vino.
Per quanto concerne l’esame gusto-olfattivo, non sono valutate né la morbidezza né la sapidità di un vino mentre particolare importanza è data all’acidità quale caratteristica in grado di ricondurre un vino al territorio. Altro aspetto al quale è data molta importanza è il tannino, perché si ritiene concorra in modo decisivo a formare struttura e corpo. In questo caso un vino con un tannino considerato “low” non equivale al nostro “molle” ma può essere utilizzato per descrivere un vino maturo con poca sensazione tannica.
Per la valutazione del corpo di un vino, spesso è messo in relazione il contenuto di alcol con la nota di fruttato, in contrapposizione all’acidità e al tannino.
Curiosa è poi la valutazione del “flavour intensity”, in altre parole l’intensità degli aromi in bocca, definiti per macrocategorie: più è presente una corrispondenza tra la parte olfattiva e quella gustativa, più sono apprezzabili le qualità e le caratteristiche del vino.
Per valutare complessivamente la qualità di un vino, ci si basa, dunque, su quattro elementi: l’equilibrio (balance), la lunghezza e qualità degli aromi bocca (length), l’intensità aromatica e gusto-olfattiva (intensity) e la complessità (complexity). Inoltre, nella valutazione della qualità di un vino gioca un ruolo importante anche il prezzo dello stesso.
Durante la serata sono stati degustati:
- Franciacorta Brut Contadi Castaldi
- Sylvaner, Abbazia di Novacella, 2013
- Sagrantino di Montefalco Collepiano, Aenaldo Caprai, 2008