Daniele Adorno
André Senoner, sommelier pluripremiato della Valgardena, si è dimostrato una perfetta guida per una degustazione nata con l’intento di far conoscere, in un’unica serata, tutti i vini bianchi più rappresentativi dell’Alto Adige.
L’Alto Adige ha poco in comune con il Trentino, pur facendo parte della stessa regione. Il bilinguismo, le immense vette alpine e, di riflesso, la viticoltura di questo territorio hanno forse più evidenti analogie con la Valle d’Aosta.
Gli altoatesini sono riusciti con successo a creare una fruttuosa collaborazione tra le cooperative agricole ed i vignaioli indipendenti. Queste due differenti modalità di viticoltura si fondono e riescono a convivere dandosi forza a vicenda per diventare un unico organismo, tremendamente efficace per la promozione del territorio.
Fino agli anni Ottanta è stata una regione dominata dai vitigni a bacca rossa, in particolar modo Schiava e Lagrein, gli unici due autoctoni. Oggi, invece, è riconosciuta in tutto il mondo come patria di alcuni vitigni a bacca bianca di origine internazionale, mostrando come il mercato e la vocazione dei territori abbiano guidato le scelte di alcuni coraggiosi pionieri.
Già Francesco Ferdinando Imperatore del Regno Austro-Ungarico fece piantare i primi vitigni internazionali provenienti da Francia e Germania. All’epoca, infatti, era pratica comune dare in dote alle nobildonne francesi, future mogli di autorità austroungariche di rilievo, migliaia di barbatelle di riesling e chardonnay.
Innumerevoli altri fattori contribuiscono alla ricchezza di questo territorio. L'opulenza della luce che inonda i vigneti nel periodo estivo, le dolomiti, barriera naturale ai venti freddi del nord, ed i venti alpini che, scontrandosi con quelli del lago di Garda, generano le preziose escursioni termiche fondamentali per una viticoltura di qualità.
Pedologicamente, la massiccia presenza di porfido, roccia metamorfica che assorbe il calore del sole durante l’estate per rilasciarlo lentamente nel periodo invernale, di dolomia, roccia sedimentaria miscela di calcare e marna, ed infine di quarzo, argilla e scisto, dona forza ed eleganza ai vini altoatesini.
Questo quadro complesso spinge l’Alto Adige a ritagliarsi un posto sempre più di rilievo nell’export del vino italiano nel mondo.
1)Elena Walch – Kristallberg - Pinot bianco 2022. Alto Adige DOC.
Le origini della famiglia fondatrice della cantina sono austriache, infatti i Walch erano una famiglia di distillatori che commercializzavano le proprie bottiglie anche in territori italiani. Nel 1988 Elena, di professione architetto, fonda l’azienda con il marito Werner.
Kristallberg è un vigneto circondato da un magnifico bosco, sito nella zona di Caldaro.
Giallo paglierino intenso e luminoso. All’olfatto si svela lentamente e timidamente con sentori di frutta matura, agrumi, nette percezioni di cedro e limone, ginestra, arnica e pepe bianco.
Si intuisce il passaggio in legno che origina lievi note di cioccolato bianco e sensazioni boisé di sottofondo. Sorso avvolgente, sorretto dalla freschezza, in equilibrio con la sensazione calorica, e dalla invitante e marcata sapidità. La spalla acida ed il tempo potranno farlo ulteriormente evolvere sviluppando affascinanti sentori terziari. Vino di grande attraenza e bevibilità.
2)Kettmeir Vigna Maso Reiner – Chardonnay 2022, Alto Adige DOC.
Azienda di proprietà del gruppo Santa Margherita. La gestione della cantina è attualmente in mano all’enologo Josef Romen. L’azienda nacque con la produzione di vini fermi per poi virare verso il metodo Charmat e nel 1969 puntare sui Metodi Classici. Il Maso Reiner, dove è impiantato l’omonimo vitigno, si trova in località Pochi di Salorno, a 600 m. di altitudine.
Lucente giallo dorato, scarico ma vivace. All’esame olfattivo soggiungono in primo piano vaniglia e cioccolato bianco poi, in un continuo crescendo, si schiude un frutto tropicale maturo rappresentato da ananas, papaya e mango ed ancora fiori essiccati, in primis di ginestra. I sentori derivanti dalla fermentazione in legno non coprono mai il frutto. Al palato carattere, potenza e rotondità prevalgono rispetto alla freschezza e alla sapidità. Espressione dello Chardonnay di grande nitidezza e purezza.
3)Cantina Kurtatsch, Penon, Pinot Grigio 2022, Alto Adige DOC.
Si tratta di una cooperativa nata nel 1907. L’enologo è Erwin Carli, affiancato da un team giovane e dedito al lavoro in vigna.
Dorato, vivace ed intenso. Si schiude con una sensazione fumé che ricorda la pietra focaia ed una percezione lieve ma netta di petrolio. Ad una seconda olfazione soggiungono la pesca e l’albicocca, attraenti note di erbe officinali ed eleganti percezioni balsamiche. Asciutto e di buona freschezza, con una piacevole sensazione sapida sul finale. Grande aromaticità con profumi che si potrebbero sviluppare ulteriormente negli anni a venire.
4)Cantina Valle Isarco, Aristos, Sylvaner 2022, Alto Adige Valle Isarco DOC.
La cantina sociale della Valle Isarco è nata nel 1961. I vitigni di Aristos sono impiantati a Volturno, nei pressi di Chiusa, una delle zone più sconnesse dell’Alto Adige. Il suolo è ricco di porfido ma all’aumentare dell’altitudine prevalgono scisti, quarzi misti a calcare e roccia dolomitica.
Giallo paglierino intenso, vivace e deciso. Roteando il calice e porgendolo al naso si presentano percezioni nette e sequenziali di albicocca non ancora matura, limone e fiori con una parte più speziata che lascia il passo a sentori di erbe aromatiche tra cui spiccano la salvia e la foglia di melissa. Nell’insieme mostra una grande eleganza ed un profilo olfattivo sottile. Al gusto appare asciutto ma alla deglutizione l’aurea di calore, data da un’annata molto calda, tende ad espandersi in tutto il cavo orale.
5)Abbazia di Novacella, Praepositus Kerner 2022, Alto Adige Valle Isarco.
Proveniente da Varna, frazione nord di Bressanone, con vigneti disposti ad anfiteatro. L’enologo della cantina è Celestino Lucin affiancato dai preti con cui si confronta costantemente.
Dal vitigno si ottiene un vino che con l’invecchiamento tende a produrre note di idrocarburi e cherosene, simili a quelle che si possono trovare in un Riesling.
Colore giallo paglierino vivace e luminoso. Portando il bicchiere al naso si riconoscono chiare percezioni di pesche, albicocche mature, mandorle ed una sensazione lievissima di fumé su uno sfondo di spezie e pepe bianco che sugella un profilo olfattivo nitido e pulito. All’esame gustativo appare asciutto, caldo e vibrante, con una tensione che lo rende attraente e molto bevibile.
Espressivo e territoriale nella sua intensa sapidità. Equilibrato e persistente svela nel finale una lieve tannicità. Interessante il potenziale di invecchiamento che potrebbe renderlo più complesso al naso e ancora più intrigante alla beva.
6)Wiengut Falkenstein, Riesling Alto Adige 2022, Val Venosta DOC.
La cantina Falkenstein è un riferimento per la produzione di vini nella zona più impervia e fredda dell’Alto Adige. I vitigni ergono in una zona limitrofa al lago di Rèsia, di grande vocazione per i Riesling. Il terreno è ricco di gneiss, una roccia metamorfica simile al gesso e al porfido, le cui radici raggiungono grandi profondità.
Giallo dorato intenso. All’olfatto si percepiscono albicocca, pesca nettarina, susina gialla, sensazioni tipiche e varietali dei Riesling con agrumi e spezie in sottofondo. Complesso ed attraente.
Al palato arriva secco con lievissima percezione di residuo zuccherino che garantisce una buona avvolgenza. La sensazione di dolcezza si protrae sul finale allargando il sorso e rendendolo opulento, seppur sia presente una discreta freschezza e sapidità. Interessante interpretazione di Riesling con un piacevole equilibrio ed una lunga persistenza. Sicuramente ha ancora potenziale di invecchiamento.
7)Nals Margreid, Mantele Sauvignon 2022, Alto Adige DOC.
Cantina storica, unione di due cantine sociali: Nalles e Magreb. L’edificio sorge a Nalles ma i vigneti sono situati in 14 zone all’interno dei 16 comuni lungo la strada del vino in Alto Adige.
Nalles è principalmente territorio di Pinot Bianco e Sauvignon Blanc. Mantele è il nome della zona nel cuore di Nalles a 400 m. di altitudine.
Colore giallo paglierino intenso di bella compattezza. Sentori vegetali che ricordano l’ortica, ribes bianco, muschio e sottobosco. Gusto asciutto e caldo in cui la parte fresca lascia strada ad una di più marcata sapidità che tende a rafforzarsi dopo la deglutizione. Un vino equilibrato, dinamico, intenso e di facile beva.
8)Erste+Neue, Puntay Bio Gewurztraminer, Alto Adige DOC.
Cooperativa nata nel 1900. Diventa una delle cantine più prestigiose e tradizionali dell’Alto Adige dopo la fusione, nel 1986, della prima cantina sociale di Caldaro “Erste” con la nuova cantina sociale “Neue” e l'ulteriore annessione, nel 1991, della cantina Baron Josef di Pauli.
Colore scarico dorato. Offre grande aromaticità con ingresso deciso e spinto di litchi, rosa, sensazioni di frutta tropicale tra cui mango, papaya, melone bianco e poi una scia di spezie tra cui, ben riconoscibili, l’anice stellato e la cannella. Di grande complessità olfattiva. Al sorso risalta una bella salivazione data una vivace acidità. Perfettamente bilanciato in ogni sua parte, maschera bene la sensazione calorica che ci si aspetta. Lungo nel finale.