Wine Experience
Dalla redazione
mercoledì 20 febbraio 2019

Amarone: un sistema complesso

Genesi e successo di un grande vino nato... per caso

Francesco Mancini


La delegazione di Belluno si è tinta di rosso per una serata dedicata interamente a Sua Maestà l’Amarone della Valpolicella, protagonista assoluto presso il ristorante De Gusto di Sagrogna il 15 febbraio. Serata sold out da tempo. Addentrarsi in un “sistema complesso” come quello dell’Amarone potrebbe essere ostico e pieno di insidie anche per i più esperti; soprattutto quando in degustazione ce ne sono ben undici e di undici cantine differenti. Facile perdersi. Non per il nostro relatore, nonché presidente, Marco Aldegheri che, veronese di nascita, il “sistema complesso” lo conosce molto bene, e non ha perso nemmeno per un attimo l'aplomb e il pragmatismo che lo contraddistinguono, finalizzati a condurre il manipolo di cinquanta presenti in una moltitudine di sfaccettature che si aprivano ad ogni calice. Anzi, considerando l’eccezionalità della degustazione, siamo stati guidati passo dopo passo sulle elevate vette del gusto Amarone quasi fossimo in cordata con Reinhold Messner, in assoluta sicurezza. Ci offre il primo appiglio con un breve excursus sui numeri e le caratteristiche di un territorio da sempre vocato alla produzione di vino. Negrar ne rappresenta l’ombelico; tutto è nato qui, leggenda vuole, quasi per caso negli anni ’30. Ma il successo di questo nettare non è stato immediato e non è stato sicuramente per caso. Ha avuto un lungo periodo di incubazione prima di esplodere all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso in una cavalcata inarrestabile, che dura ancora oggi. Numeri alla mano: gli ettari vitati per la produzione di Amarone negli ultimi trent’anni sono praticamente raddoppiati. Nel 2011 è arrivato finalmente anche il riconoscimento della DOCG per identificare ancora meglio il territorio. Ma non è sufficiente avere un disciplinare per standardizzare un vino e un terroir tanto complessi. La zona si estende dal lago di Garda al confine con la provincia di Vicenza: diverso il micro clima, diversa la conformazione geologica, diversi le percentuali di uve, corvina su tutte, ma anche molinara, rondinella e altri vitigni ammessi dal disciplinare e, infine, diverse sono le filosofie aziendali, l’impronta e la personalità, che ogni produttore vuole dare al proprio prodotto. 

I vini in scaletta sono tanti. Il presidente prende subito di slancio la via della degustazione. Per chi si dovesse perdere ecco che il presidente concede l’ulteriore appiglio della guida "Vinetia" proiettata a schermo intero, su cui tutti possono ritrovare le caratteristiche del vino in assaggio. Il gruppo servizi bellunese entra in azione e comincia a servire i primi calici. Iniziamo con Villa Spinosa, Allegrini, Tommasi e Mizzon. È sorprendente come Aldegheri riesca a passare da un calice all'altro senza mai perdere il filo logico e il comune denominatore che troviamo in ogni Amarone, ossia potenza ed eleganza. Ognuno però si presenta in maniera diversa e ha una storia a sé: l'annata più o meno calda o piovosa, la scelta dell'affinamento in botti più o meno grandi, per più o meno mesi, la zona di produzione con presenza di arenarie calcaree, calcari marnose tufi vulcanici e basalti.

I fiumi di porpora scorrono sulle nostre tavole; si va avanti scoprendo profumi, che variano mano a mano che prendono aria. Torniamo anche indietro a confrontare profumi e sensazioni; due mani sembrano non bastare e il rischio di assuefazione a tutti i profumi è dietro l’angolo. C’è l’Amarone che ammicca di più ai gusti contemporanei, più morbido e smussato, e quello vecchio stile, che si impone per la spiccata personalità. Arrivati in fondo alla degustazione Aldegheri, dopo aneddoti e curiosità su cantine e produttori, conclude dietro una siepe di bottiglie vuote di Amarone. La platea si scioglie in una calorosa standing ovation per il relatore. C’è ancora il tempo per scambiarsi qualche opinione intorno al buffet, mentre il presidente risponde alle tante domande e considerazioni. Nel 1991 nel film premio Oscar “Il silenzio degli innocenti” per motivi di riconoscibilità internazionale si preferì far dire al Dottor Lecter, che beveva un buon Chianti piuttosto che "a good Amarone" come riportato nell'’ominimo libro di Thomas Harris. Chissà se oggi, dopo quasi trent’anni sarebbe ancora così…

 

VINI IN DEGUSTAZIONE:

VILLA SPINOSA – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2015

ALLEGRINI – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2015

TOMMASI – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2013

MIZZON – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2014

SPERI VIGNETO SANT’URBANO – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2012

CANTINA SOAVE ROCCA SVEVA – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2013

LATIUM CAMPO LEON – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2013

CARUGATE – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2011

SANTI PROEMIO – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2012

SECONDO MARCO – AMARONE DELLA VALPOLCELLA 2012

VALENTINA CUBI MORAR – AMARONE DELLA VALPOLICELLA 2009

 

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