Wine Experience
Dalla redazione
martedì 19 febbraio 2019

DRINK PINK THINK PINK!

Un gioco accorto di bucce a contatto, tutto da scoprire.

Giulio Fanton


Riceviamo dall'aspirante sommelier Valentina Pavoni le note che seguono sulla serata e la ringraziamo.

Ti invitano a cena e ti propongono di pasteggiare con vino rosé. Potresti essere portata a pensare: “Oh, che carino: rosa è il colore dell’amore!”. Oppure, se non è agosto: “Sveglia! Non è stagione e non siamo certo a bordo piscina!”. Altri luoghi comuni potrebbero crearti aspettative negative: “Questo ha confuso l’aperitivo con la cena”, “Guarda che taccagno, mi invita a cena e risparmia sul vino!”.

Lo scorso 7 Febbraio 2019, Angelo Peretti, giornalista, direttore responsabile di InternetGourmet e profondo conoscitore dei vini rosa, ha aperto la sua presentazione smontando i pregiudizi che vogliono il vino rosato “figlio di un dio minore”.
Il primo riguarda la sua “stagionalità”: secondo questa credenza un buon calice di rosato può essere sorseggiato solo durante la stagione estiva al fine, sostanzialmente, di dissetarsi. E’ certamente vero che un vino rosa sul balcone fronte mare con la brezza che accarezza i capelli ha il suo fascino, ma è abbinamento perfetto anche con alcune pietanze della cena della vigilia di Natale, e pure a San Valentino!
Il secondo luogo comune relega il vino rosa ad un veloce aperitivo e non all’intero pasto. I partecipanti alla serata hanno potuto sperimentare in prima persona quanto questo giudizio sia approssimativo e spesso sbagliato. Grazie alle sue qualità organolettiche, il vino rosa è particolarmente “gastronomico”, oltre che piacevole. Ad esempio, nel Côtes de Provence Cru Classé Rosé AOC - Cuvée Château 2017 è presente una nota di zenzero e di carapace di gambero rosso da valorizzare a vostra fantasia; il Tavel AOC - vino rosa dal colore assai intenso, tendente al rosso – è perfetto con i piatti autunnali, specialmente a base di castagna; il Bardolino Chiaretto è ottimo in abbinamento con un piatto italiano per eccellenza, la pizza margherita.
Il terzo luogo comune riguarda la tendenziale economicità dei vini rosa relegati a scelta cheap sullo scaffale. Nulla di più falso: non dissimilmente dalle bottiglie di vino rosso e bianco, esistono vini rosa “di grido”, “grandi” vini rosa e vini rosa “sperimentali” tendenzialmente più economici, ma non per questo qualitativamente scadenti.

Il vino rosa rappresenta “il padre” di tutti i vini, posto che, almeno per quanto riguarda l’Italia, i primi vignaioli non dividevano le uve bianche da quelle rosse con il risultato che il vino prodotto era necessariamente rosa.
Oggi, le principali tecniche di produzione dei vini rosa sono due: la pressatura soffice e delicata di uve rosse, prevalentemente raccolte in ore fresche e lasciate fredde al fine di non perdere i loro profumi caratteristici, evitando qualsiasi macerazione e il “salasso”, ovvero il prelievo di una certa quantità di mosto che verrà successivamente vinificata in bianco e darà un vino rosato dalla vasca di macerazione nella quale si sta preparando un vino rosso.
La produzione di vini rosa mediante la miscelazione di vini bianchi e vini rossi è una pratica vietata per legge, ad eccezione dei vini base utilizzati per la produzione di spumanti rosé, come lo Champagne.

Sebbene la Francia oggi risulti il Paese primo produttore e primo consumatore di vini rosa, anche l’Italia vanta eccellenze prevalentemente lungo la costa orientale della penisola e intorno al Lago di Garda: Bardolino Chiaretto DOC, Valténesi Riviera del Garda Classico Chiaretto DOC, Cerasuolo d’Abruzzo DOC, Castel del Monte Rosato Bombino Nero DOCG, Salice Salentino Rosato DOC.
Particolare attenzione è stata rivolta, al termine della degustazione, al Bardolino Chiaretto Poggio delle Grazie rifermentato in bottiglia, un unicum nel panorama dei vini rosa. Un emozionato relatore ha ricondotto l’assaggio di questa particolare bottiglia al ricordo del vino del nonno, proprio rifermentato in bottiglia! Questo ricordo evocativo ha voluto confermare che il vino rosa fa certamente parte della tradizione vinicola italiana.
Certamente la fortuna che il vino rosa ha avuto negli ultimi anni non solo in Francia, ma anche nei paesi anglofoni quali la Gran Bretagna e gli Stati Uniti ha contribuito ad una rivitalizzazione anche in Italia di un vino che, comunque, appartiene alla storia vinicola della Penisola.

La serata è stata un momento importante di messa a fuoco di un settore di grande qualità, di identità specifica e di crescita nel consenso da parte del consumatore che ha bisogno di idee chiare non solo sulla bevibilità indiscussa dei vini rosa, ma anche sull’equilibrio e la versatilità degli abbinamenti a tavola. Una serata riuscita grazie anche al contributo della brigata di servizio di AIS Verona.

QUI, L'ALBUM FOTOGRAFICO DELLA SERATA.

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