Alessia Paulon
Il Raboso è un vino di antichissima origine, prodotto da uno dei rari vitigni che erano presenti nel nord-est d’Italia prima ancora dell’avvento di Roma. Per secoli fu il solo vino che la Serenissima riuscì ad esportare anche fino in oriente; un vero e prorio vin da viajo grazie alle sue caratteristiche: robusto, ricco di tannini, con un’alta percentuale di acidità e resistente alle muffe.
Un vino che porta a pieno titolo il nome del Piave in etichetta, sia per le sue origini storiche che per la presenza rimasta costante nel corso dei secoli nella terra bagnata dal fiume sacro alla patria. La sua presenza in queste terre è infatti documentata fin dal ‘600. Solo negli anni ‘90 però la Confraternita del Raboso Piave, con l’aiuto di alcuni coraggiosi viticoltori, ha pensato giustamente di riqualificare questo vino e rilanciarlo sul mercato.
Partendo da questo la Delegazione AIS di Treviso e la Confraternita del Raboso hanno organizzato Dal Rabioso al Malanotte, una degustazione alla cieca nata per esplorare le diverse declinazioni del Raboso che si è svolta lo scorso 20 febbraio al Ristorante Villa Dirce in Borgo Malanotte a Tezze di Piave.
Dopo l'introduzione del delegato provinciale Wladimiro Gobbo, del Gran Maestro della Confraternita del Raboso Piave Mario Barbieri e del Sommelier Antonio Spinato, il primo protagonista della tavola è stato uno charmat, il Raboso Fiore Frizzante 2014 Igt Veneto Paladin: la bollicina che non ti aspetti, vivace, fresca e rossa. A seguire il Metodo Classico Casa Roma Nesio, un Raboso che ricorda il limone, il pompelmo rosa e la ciliegia. Due vini che si sono dimostrati ottimo abbinamento dei Treccioni con ragù di verdure e speck croccante.
La serata è proseguita poi con il caratteristico Raboso IGT Marca Trevigiana 2013 dell'Azienda Agricola Pivetta, il DOC Piave 2010 Bonotto delle Tezze Selezione Confraternita, in cui prevalgono le note fresche della viola, della marasca e della prugna, e l'annata 2003 della Cantina Sociale di Tezze di Piave, sapientemente affinata in botte.
I compagni perfetti del Guanciale brasato al Malanotte con purè di patate sono stati invece due giovani interpretazioni del Raboso: il DOCG Malanotte Gelsaia 2011 dell'Azienda Agricola Cecchetto Giorgio e il 2010 di Le Rive, dai profumi che si concedono un po’ per volta. Dulcis in fundo il Rebecca Raboso Passito di Tessère Società Agricola si è dimostrato divino compagno della crostata di mandorle con crema al cioccolato.