Wine Experience
Dalla redazione
mercoledì 28 novembre 2018

Rosa Bruna: un rosa antico con sfumature moderne e solidali

Francesca Ceron


È un mercoledì sera di uno strano novembre che non vuole aprire le porte all’inverno, AIS Treviso è ospite della cantina Cecchetto a Tezze di Piave, un’azienda che nel far vino mette in ”bottiglia” un territorio rispettando i valori della tradizione investendo nella ricerca.

La serata avrà anche lo scopo di supportare il progetto solidale “Casa Vittoria”, gestito dalla cooperativa Onlus Vita Down.

Giorgio Cecchetto ci accoglie con la moglie Cristina e i figli Sara e Marco che fanno parte dell’organico aziendale, e capiamo subito che sarà una serata speciale con molte sorprese: lo spiedo che lentamente sta terminando la cottura, due grandi tavoli apparecchiati per la degustazione di 4 annate di Rosa Bruna. È anche annunciato un ospite “intruso” a tavola…

Dopo i saluti di rito del nostro Delegato, Giorgio inizia ricordando con commozione la sua amicizia con Dino Marchi, poi con orgoglio presenta la sua prima verticale di Rosa Bruna a cui abbiamo il privilegio di partecipare.

La storia di Rosa Bruna è complessa, un vino da “montagne russe”: così Giorgio lo definisce; ed è sorprendente perché con grande rispetto è “lasciato fare”. Molte sono state le prove e i cambiamenti per trovare un’identità a questa bollicina che viene dal Piave e nasce da un vitigno con personalità da vendere.

Il progetto nasce nel 2008 con una cuvée in cui compare anche il pinot nero, le sboccature sono personalizzate da liqueur d’expédition dopo una permanenza sui lieviti che aumenterà via via fino ad arrivare ai 50 mesi dell’annata 2012.

I colleghi iniziano a versare all’unisono le quattro annate di Rosa Bruna (2008-2009-2010-2012), mentre in quinta battuta è servito un vino coperto: sorpresa o sfida?

Il silenzio accompagna la degustazione, c’è bisogno di tempo per meditare sulle diversità.

La maturità e la grande personalità del primo bicchiere si rivelano anche con l’importante persistenza in bocca. Le note che ricordano il ribes e la fragolina di bosco giocano con una prepotente freschezza che diventa più calibrata nell’annata successiva. Quando assaggiamo il 2010 la sorpresa è grande, si cambia registro. Un'importante complessità caratterizza l’annata, i sentori di frutta già menzionati si arricchiscono di melograno e carruba. La grande freschezza riconsegna una voluta austerità che nel 2012 diverrà eleganza ed equilibrio.

Resta da identificare il vino coperto, capiamo che si tratta di un grande vino ma ci sorprende come i vini di casa ne reggano il confronto. Si scoprirà essere uno Champagne Brut Rosé Grand Cru.

Dopo la degustazione Giorgio ci accompagna a visitare la cantina, tra le uve a riposare nei graticci e la bottaia. AIS ha una botte dedicata: ci sentiamo a casa!

Il tempo della visita viene utilizzato per preparare i tavoli e servire lo spiedo che sarà abbinato a due altre eccellenze della casa: Gelsaia 2005 e Sante Rosso 2015.

La serata non è ancora finita: Fabio Guerra guida la degustazione dei formaggi, tra questi il suo “Fabio blue”, accompagnandoli con un vino liquoroso, un nettare di raboso prodotto solo per dare gioia agli amici.

Il bicchiere della staffa è condiviso dagli ultimi irriducibili che non vogliono rompere l’incanto di una serata speciale piena di passione, qualità e grande generosità della famiglia Cecchetto.

A noi non resta che chiudere con un Jeroboam di GRAZIE.

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