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Dalla redazione
mercoledì 21 novembre 2018

Valle del Rodano Settentrionale

SECONDA TAPPA DI UN APPASSIONANTE VIAGGIO

Giuseppe Conte


L’Hotel Al Tezzon di Camposampiero ha ospitato la seconda tappa del viaggio nella Valle del Rodano, ancora una volta con l’insostituibile regia di Mariano Francesconi. Lungo oltre 800 Km, il Rodano attraversa un territorio dove la vite è presente in quasi tutto il suo percorso e dove i terreni, da nord a sud, sono molto differenti e con composizione geologica molto complessa. Questa parte settentrionale, con le sue otto denominazioni, è ben altra cosa rispetto alla parte meridionale ed è caratterizzata da due blocchi montuosi; il Massiccio Centrale e le Alpi. Le ore di luce sono molto inferiori e in gran parte della zona settentrionale viene a mancare l’effetto del Mistral, ma è presente invece l’influenza mediterranea, tranne che a Cornas, dove c’è un clima temperato. Nella denominazione “Base” Côtes du Rhône sono presenti 21 vitigni: syrah, pinot noir e gamay per i rossi, mentre clairette, chardonnay e aligoté per i bianchi, tanto per citarne alcuni.

 

I vini rappresentativi di questa parte della Valle del Rodano portati in degustazione e magistralmente descritti da Mariano sono stati:

Primo vino: Saint-Joseph Lieu-Dit Domaine Jean-Louis Grippat 2016 - E. Guigal. Alcol 14,5%.

Da uve marsanne, affinamento 50% in acciaio e 50% rovere, di cui il 25% botti nuove e il 25% di secondo passaggio. Malolattica 100%. Il vino si è presentato in una veste giallo paglierino molto luminoso e consistente. Profumi intensi e una complessità che richiama la pera matura, un fiore bianco di campo, ma anche un’erba aromatica. Presente inoltre una nota di nocciola, con un sottofondo di spezie dolci (vaniglia e cannella) e un finale burroso. Il sorso è risultato morbido, caldo e ben equilibrato da una viva freschezza con la giusta sapidità. Finale lungo ed elegante, con un richiamo alle note fruttate e alle erbe aromatiche.

 

Secondo vino: Condrieu La Petite Côte 2013 - Yves Cuilleron. Alcol 13%. Con questo vino ci siamo spostati un po’ più a nord, verso Condrieu, dove il vionier risulta essere il vitigno protagonista. Nove mesi in legno. Nel bicchiere si è presentato di un colore giallo paglierino fitto, con una vivace luminosità, denso nel movimento. Profumi intensi di albicocca, pesca e mango, con espressioni muschiate e un tocco floreale, anche un sentore tostato di tabacco, con una chiusura speziata. Al sorso è risultato secco, caldo e con una freschezza ben equilibrata dalla notevole sapidità. Un finale lungo e piacevole per un vino che ha espresso una grande eleganza.

 

Terzo vino: Côte-Rôtie “Brune & Blonde de Guigal” 2013 - E. Guigal. Alcol 13,5%. Trentasei mesi in legno, di cui 50% in botti nuove. Espressione più alta dello syrah, in uno straordinario territorio che identifica un vino di grande personalità. Colore rosso rubino di buona fittezza e luminosità, con una nota violacea. Intenso all’olfatto, con note speziate (pepe nero e ginepro), ma anche una tostatura con sentori di tabacco e caffè.  A seguire liquirizia, cuoio, un tocco vegetale con una chiusura di prugna e ciliegia in confettura. Al palato il calore veniva mitigato dalla freschezza, dalla sapidità e da un tannino setoso, vellutato, molto elegante, per un vino destinato a durare a lungo.

 

Quarto vino: Hermitage La Petite Chapelle 2012 - Paul Jaboulet Aîné. Alcol 14%. Quindici-diciotto mesi in legno e assemblaggio di diverse zone. Grande differenza nei terreni di questa zona, con conseguente caratterizzazione non omogenea dei vini. Questo in particolare, da uve syrah, si è dimostrato di un colore rubino, fitto e consistente. Impatto olfattivo deciso con chiare note di frutta scura sotto spirito e pot-puorri di fiori rossi. Presenti sentori di spezie e una tostatura di caffè con un sottofondo vegetale secco, balsamico, quasi resinoso. Al palato il calore e la morbidezza erano ben equilibrati da una giusta freschezza e sapidità, con un tannino mai invadente, anzi setoso e vellutato. Lunga persistenza con eleganti richiami di frutta e spezie, vino di struttura potente e morbido, che richiamava ad un altro sorso.

 

Quinto vino: Cornas Les Arènes 2012 - M. Chapoutier. Alcol 13,5%. Syrah 100%. Vino di un colore rosso rubino fitto, luminoso e consistente nella trama. Impronta olfattiva elegante che ricordava il vino precedente. Al gusto si è dimostrato fresco con una sapidità diffusa e sottile che ben equilibrava il calore, la morbidezza e i tannini ben polimerizzati, quasi vellutati. Un lungo finale che richiamava le note speziate e tostate di un vino che può essere aspettato ancora a lungo.

 

Questo meraviglioso viaggio in due puntate nella valle del Rodano è terminato con i meritati applausi al bravissimo Mariano Francesconi che ha ricevuto, anche, la riconoscenza di Alberto Romanato e di tutto il direttivo della delegazione di Padova. Lo squisito risotto servito nel finale ha definitivamente chiuso questa fantastica serata che ci ha permesso di conoscere un prestigioso territorio e di degustare eccellenti vini.

 

Foto a cura di Rossano Moretto

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