Wine Experience
Dalla redazione
sabato 30 maggio 2015

Biodinamici: naturalmente vino

Un altro modo di fare e conoscere il vino: biodinamici protagonisti a Belluno

Francesco Mancini


I vini biodinamici: chimère, mode del momento o solide realtà? La sfida, lanciata dalla delegazione bellunese, si è proposta di rispondere a queste domande affrontando un tema spigoloso quanto interessante, che prende origine dalle teorie di Rudolf Steiner, elaborate all’inizio del secolo scorso. Al ristorante" Al Borgo" martedì 26 maggio si è tenuta una serata dedicata interamente ai vini naturali, visti ancora in maniera un po’ scettica e non del tutto compresa dallo stesso mondo della sommellerie.

Ad introdurre brillantemente l’evento, facendo una panoramica sul mondo biodinamico, e ponendo interrogativi e precisazioni, ci ha pensato il relatore Massimo Ballotta, che  ha lasciato poi la parola ai protagonisti attesi: Marinella Camerani, titolare dell’azienda veronese di Corte Sant’Alda e Evangelos Paraschos dell’omonima azienda del Collio. Prima di passare alla parte pratica e degustativa, i due ospiti hanno raccontato in dettaglio le loro esperienze e il loro approccio a questa forma di coltura descrivendo il  lavoro meticoloso e attento che parte dalla vite e la terra fino ad arrivare alla lavorazione in  cantina.

Ballotta, come un bravo direttore d’orchestra, dopo aver messo a proprio agio i due produttori, ha tenuto per i circa cinquanta presenti il filo del discorso, sviscerando l’essenza di fare vino naturale e le problematiche ad esso legate. Lavorare e curare le vigne seguendo le tecniche biodinamiche è, oltre ad una scelta coraggiosa, una vera e propria filosofia di vita, non ancora però del tutto regolamentata dalle leggi e con qualche interrogativo, cui il tempo e nuove norme dovrebbero dare risposta.   

Non mancano le sorprese quando si prendono i calici in mano per i sei assaggi in programma: è presente e partecipa con qualche spunto anche un ospite d’eccezione quale il vice presidente AIS Eddy Furlan. Ballotta guida la degustazione soffermandosi sui profumi e le particolarità che questi vini esprimono e il differente approccio che si ha con i vini biodinamici. In ogni assaggio è coadiuvato dai due produttori che spiegano le metodologie, l’importanza di seguire ogni fase di produzione e, in primis, cosa vuol dire in poche parole fare vini da agricoltura biodinamica: avere la massima cura delle risorse naturali, rispettando e favorendo l’equilibrio delle piante.

VINI IN DEGUSTAZIONE:

Friulano 2009, KAI- Paraschos: colore carico, giallo dorato luminoso, bella vivacità, ci porta in un mondo differente; grande concentrazione e potenza di estratti. Al naso colpisce la potenza: frutta matura, esotica e a polpa gialla, floreale superato appena dopo dalla mineralità. In bocca entra potente: sapidità, morbidezza e freschezza sono i pilastri di questo vino insieme ad una lunga persistenza gusto-olfattiva.

Pinot Grigio 2011, NOT - Paraschos: vino inconsueto, di colore ambrato nonostante sia un vino secco; c’è in esso un’importante estrazione di polifenoli, una tonalità importante, lucente, viva. I profumi ci trasportano in un mondo fatto di frutta macerata, ma anche di frutti appena colti dall’albero; tocco di spezie: vaniglia, spezie dolci, erbe aromatiche, timo e salvia; qualche nota vegetale e un fondo di mineralità. In bocca ha struttura, avvolgenza e pienezza, sapidità e una piacevole nota tannica.

Malvasia 2011, AMPHOREUS - Paraschos: affinamento di sei mesi in anfora. Giallo dorato molto carico, luminoso, presenta una grande concentrazione di estratti. Note di freschezza al naso, di frutta matura e macerata, accompagnate dalla mineralità. In bocca prevale la freschezza, cui si associano la sapidità e la morbidezza; resta a lungo in bocca.  

Molinara 2014, AGATHE - Corte Sant’Alda: affinato in anfora è di colore rosso cerasuolo e presenta grande vivacità, limpidezza e buona  consistenza. Il profumo è di frutta fresca, sottobosco e fragolina, nota floreale e minerali di terreno. In bocca ci incuriosisce: ha una spiccata sapidità, è secco, abbastanza caldo e morbido. Ha una buona persistenza e in fondo ritornano i frutti rossi.

Valpolicella ripasso superiore 2012, CAMPI MAGRI – Corte Sant’Alda: scivola sul bicchiere delicatamente; è di colore rosso rubino. Al naso arrivano per prime le note fruttate di prugna, marasca e ciliegia, quindi sentori floreali di viola e minerali di humus bagnato. Quando entra in bocca la nota tannica si fa sentire, ma è un tannino levigato, dolce. E' secco ed abbastanza caldo, setoso ed elegante. Morbidezze e durezze si equilibrano e rimane a lungo in bocca.

AMARONE 2010 – Corte Sant’Alda: rosso granato carico; al naso ha una grande intensità: frutta matura, prugne e amarene, erbe aromatiche e spezie dolci, cannella e chiodi di garofano su tutti, chicco di caffè e cacao. In bocca i tannini dolci e rotondi accarezzano il palato senza graffiarlo; dopo un attimo affiora l’alcolicità: è asciutto, sapido e con un’importante freschezza. Conserva il sapore del frutto e presenta un bell’equilibrio tra la spiccata freschezza e la morbidezza che ne esaltano l’eleganza. 

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