Flavio Buratto
In un tardo pomeriggio di Maggio, intensamente profumato dai fiori di acacia che in questo periodo stanno impregnando l’aria del Montello, un gruppo di sommelier della delegazione di Treviso ha visitato l’Azienda Giusti-Dal Col, che si avvia a diventare un importante punto di riferimento delle DOCG Colli Asolani e Montello per dimensione, per gli investimenti sul territorio e per l’approccio etico e sostenibile che li sottende.
Accolti nella Tenuta Abbazia a Nervesa della Battaglia da Fanio e Roberto Giusti assieme ad Anna Dal Col, il responsabile commerciale Sebastiano Bonomo, e Mirco Pozzobon, enologo, il gruppo ha intrapreso una passeggiata su e giù per le colline del Montello, in un suggestivo intreccio di attualità e storia. La visita è iniziata tra i vigneti circostanti, ad ammirare con malinconia le rovine di quello che fu un imponente monastero benedettino: l’Abbazia di S. Eustacchio, distrutto nel corso della 1° Guerra Mondiale e nel quale Monsignor Della Casa scrisse il suo “Galateo”.
L’azienda, che oggi coltiva 60 ha, possiede sul Montello diversi poderi che, favoriti dalla particolare conformazione del paesaggio della collina e isolati da boschi ed avvallamenti, fruttano le versioni Asolo Prosecco Superiore DOCG Extra Dry e Dry, nei versanti a nord, e Brut in quelli a sud. Tra i prodotti dell'azienda un significativo taglio “Montelliano”, l’Umberto I, da Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot. Dalla Tenuta Abbazia, principalmente dedicata ai rossi importanti, proviene anche uno charmat lungo, da Chardonnay e Pinot Nero. Qui si continua il lavoro di recupero della Recantina, antico vitigno dalla potenzialità ancora tutta da esplorare.
Si trova invece ai piedi della collina il podere più esteso, nella frazione di Bavaria, dove sorgerà la nuova cantina “gravitazionale”, in quello che un tempo era il grembo della Piave - al femminile, come correttamente andrebbe chiamato il fiume. Qui sono prodotti il Prosecco DOC e in purezza lo Chardonnay, il Pinot Grigio e il Merlot, elevati in acciaio.
Dopo la visita alla nuova barricaia, in cui vengono affinati i Rossi della casa, che comprendono anche un Ripasso della Valpolicella e un Amarone della zona di Negrar, la degustazione condotta dall’enologo Mirco Pozzobon, ha evidenziato l’ottima caratterizzazione varietale, la maggiore componente estrattiva e sapidità che il suolo del Montello dona a tutti i vini, senza nulla perdere in freschezza, croccantezza e piacevolezza di beva.
Infine, ha concluso l’incontro un tradizionale “Pan, sopressa e vin bon” - è il caso di dirlo - gentilmente offerto in terrazza, raffrescati dalla profumata brezza che il Bosco Montello sa sempre donare in un fine pomeriggio primaverile, e sedotti dal panorama con vista fino all’Adriatico.