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Dalla redazione
giovedì 22 ottobre 2020

Calice&Penna

Alto Piemonte. Proprietà Sperino a Lessona

Alessandro Capasso


Calice & Penna è la nuova rubrica di AIS Veneto dove pubblichiamo i contributi dei nostri soci. Se ti piace scrivere e vuoi cimentarti con un racconto su un vino che ti ha colpito, su un viaggio o su una tua personale wine experience, contattaci su [email protected] e riceverai indicazioni sul format richiesto. La redazione provvederà alla selezione per la pubblicazione.

A febbraio 2018 la delegazione AIS di Venezia ha organizzato una degustazione di vini dell’Alto Piemonte con la partecipazione dei produttori. Tra questi Luca De Marchi, dell’azienda Proprietà Sperino di Lessona, era incontenibile, vulcanico, dalla passione contagiosa e con un forte accento toscano!

Impossibile non andare a trovarlo per approfondire la conoscenza del suo lavoro.

Arrivato a Lessona, provincia di Biella, l’enciclopedico Luca inizia a raccontare la storia dal principio.

280 milioni di anni fa, quando ancora non si erano formati i continenti, c’è stata in Valsesia un’enorme eruzione di un Super vulcano che ha interessato una vasta area che, in seguito, con i fenomeni che hanno formato le Alpi, si è sollevata e ruotata.  Il risultato è un areale con suoli eterogenei: vulcanici a Boca e Gattinara, morenici a Ghemme, sabbiosi di origine marina a Lessona, ricchi di minerali e con elevata acidità tra le più alte al mondo per terreni vitati.

Il clima è molto particolare, grazie al Monte Rosa che protegge dai venti freddi del nord e in estate crea brezze che provocano notevoli sbalzi termici, che contribuiscono al profilo aromatico dei vini. Le maturazioni sono lunghe e lente. Rare le gelate, frequenti le grandinate che incidono in modo significativo sulla produzione.  

La base ampelografica vede il nebbiolo (denominato “spanna” da queste parti) spesso impiegato in purezza e altri vitigni autoctoni: vespolina, croatina e uva rara.  

La tradizione della produzione di vino in Alto Piemonte è lunghissima: alla fine dell’800 si contavano 41.000 ettari vitati (all’incirca quanto oggi in tutto il Piemonte) di questi 10.000 ettari a Boca. In seguito, per tutto il ‘900, l’area ha vissuto un declino produttivo e all’inizio del 2000 gli ettari vitati si erano ridotti a poche centinaia, a Lessona un solo produttore con 2,5 ettari.

Nel 1999 Luca e suo padre Paolo (fondatore negli anni settanta di Isole & Olena in Toscana), decidono di ridare vita ad una denominazione pressoché scomparsa e all’azienda “Proprietà Sperino” ereditata anni addietro. 

Per la formazione in Lettere Medioevali, a Luca viene naturale fare un percorso filologico ripercorrendo la storia del vino a Lessona. C’è molto da approfondire perché il produttore rimasto è “Tenute Sella”, che produce vino dal 1671 e tra i documenti di Proprietà Sperino vi sono serie storiche delle vendemmie dal 1817, analisi enologiche dal 1850, qualità delle vendemmie dal 1864 e pubblicazioni sulla fillossera del 1881.

Messi insieme quattro secoli di esperienza vitivinicola della zona e la capacità di un eccellente vigneron inizia la produzione con l’annata 2004.

Oggi produce tre referenze: un rosato e due rossi, con l’obiettivo della massima qualità ricercata in ogni attività in vigna e in cantina.  

Per i vigneti, su terreni di sabbia marina gialla posti ad altitudini tra i 280 e i 350 metri, nessun trattamento chimico. La vendemmia, tra la seconda metà di ottobre e l’inizio novembre, è manuale e avviene in più passaggi per ottenere la perfetta maturazione delle uve. 

La cantina, che conserva bottiglie e vasche di cemento della metà dell’800, ubicata nel Castello di Lessona funziona per gravità come da progetto dell’inizio dell’800.

Vinificazione con fermentazione spontanea in tino aperto a bassa temperatura a 14÷20 gradi per 20÷25 giorni, lungo affinamento sulle fecce fini, malolattica in tonneau da 500 lt e affinamento in botte grande da 1500/2000 lt. Con la lenta partenza della fermentazione spontanea si vuole ottenere una sorta di “pre-macerazione sulle bucce” a “bassa temperatura”. A seconda delle annate una parte delle uve non viene diraspata.

L’impiego di temperatura di fermentazione e di tecniche di solito usate per la vinificazione dei vini bianchi sono funzionali alla creazione di vini eleganti e longevi. Doti presenti, a parere di Luca, più spesso nei vini bianchi piuttosto che nei rossi.

I vini

Coste della Sesia DOC, Uvaggio, 2016

Blend a base nebbiolo con saldo di vespolina e croatina.

Rosso granato.

Al naso è intenso, piacevole e fine. Esordisce con una nota dolce alla quale seguono note floreali di violetta e rosa, fruttate di lampone, ciliegia e piccoli frutti di bosco con prevalenza di mora, poi note di ferro e una leggera speziatura.

Al palato ha le suggestioni di un vino giovane: esordisce con briosa acidità, segue un tannino ben integrato a dare consistenza al sorso, continua una cospicua nota sapida che accompagna la chiusura con buona persistenza.

A tavola lo abbinerei a un agnello alla brace.

Lessona DOC, 2015

Nebbiolo in purezza.

Rosso granato.

Naso sottile che esordisce con note terziarie di pellame, cuoio, sottobosco, poi con il tempo si apre e si susseguono note di china, agrume, cioccolato bianco, vaniglia, chiodi di garofano, grafite, cenere.

Al palato è elegante, armonico con acidità, tannino e sapidità in mirabile equilibrio. Chiusura pulita e piacevole che reclama con impellenza un altro sorso. Piacevolmente persistente.

A tavola lo abbinerei con preparazioni di carne in umido.

Vino rosso, ‘L Franc, 2013

Cabernet Franc in purezza.

Nella fase della ricostruzione dei vigneti il Cabernet Franc è stato piantato perché robusto e di regolare produzione. Il progetto, mai realizzato, era di impiegarlo nell’Uvaggio, viene invece impiegato in purezza, solo nelle annate nelle quali raggiunge una buona maturazione, per la produzione di 1200 bottiglie.  

È un vino rosso rubino carico, dagli intensi profumi di ribes nero e peperone grigliato, ricco di tannini e estratto secco da Amarone che al sorso si presenta con una sorprendente agilità e piacevolezza di beva: elegante, equilibrato, strutturato, sapido, dalla piacevole trama tannica e lunghissima persistenza.  

Non lo abbinerei a tavola: è vino da bere in momenti conviviali in buona compagnia. 

Al termine dell’ampio approfondimento la mia impressione è di un vigneron dallo stile “sottrattivo” capace di creare vini estremamente piacevoli e dotati di notevole complessità: due caratteristiche che insieme sono tutt’altro che facili da trovare. 

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