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Dalla redazione
lunedì 27 aprile 2020

Calice&Penna

Franciacorta, che passione!

Catia Nassi


Calice & Penna è la nuova rubrica di AIS Veneto dove pubblichiamo i contributi dei nostri soci. Se ti piace scrivere e vuoi cimentarti con un racconto su un vino che ti ha colpito, su un viaggio o su una tua personale wine experience, contattaci su [email protected] e riceverai indicazioni sul format richiesto. La redazione provvederà alla selezione per la pubblicazione. 

 

Franciacorta “Festival in Cantina” 14 e 15 settembre 2019.

Apro distrattamente Facebook e l’occhio mi cade su questo evento, leggo un po’ superficialmente, poi ritorna ancora questo flash e ripete: “Festival del Franciacorta” e allora, che fare?

Nel fine settimana incontro degli amici con i quali condividiamo passioni comuni, e così la butto lì, inizio a raccontare la Franciacorta e la possibilità di approfondire la nostra conoscenza andando alla scoperta del territorio di questo spumante, che ha preso il nome dalla località in cui è nato. La proposta è accolta con entusiasmo! Inizio subito a documentarmi e ad approfondire le mie conoscenze della zona e dei suoi spumeggianti vini. 

Franciacorta è il nome di un territorio collinare incastonato nel cuore della Lombardia, tra la provincia di Brescia e l’estremità meridionale delle acque del Lago d’Iseo. L’espressione latina curtes francae indicava nel Medioevo i territori dei monaci cistercensi esentati dal pagare dazi, in cambio di lavori agricoli e  di bonifica.

Le “curtes” monastiche quindi erano privilegiate dallo scambiare merci, pur senza l’obbligo di pagare dazi cioè “francae”. Risale ad allora il toponimo di Franzacurta: era il 1277.

È per merito di Guido Berlucchi che la Franciacorta è diventata una delle più sviluppate realtà spumantistiche d’Italia, il quale nei primi anni 60 insieme al giovane enologo Franco Ziliani, volendo competere con le bollicine d’Oltralpe, realizzo’ uno spumante di grande qualità a partire da uve di Pinot Bianco, prodotto con il Metodo Classico. La denominazione allora era “Pinot Franciacorta”, ma già nel 1967 venne conferita la DOC e la fama continuava a crescere, senza conoscere confini, a tal punto che per garantirne l’elevata qualità che ormai stava raggiungendo, nel 1995 il Franciacorta divenne DOCG!

Da allora i vitigni utilizzati per la produzione di questo raffinato spumante sono principalmente: Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco ma.... da poco è entrata a far parte della cuvve’ anche un “nuovo” vitigno autoctono: l’Erbamat, la cui aggiunta in piccole percentuali -al massimo 10% come da disciplinare- conferisce maggiore freschezza alle basi dello spumante, pur preservandone quelle che sono le caratteristiche originali.

Il simbolo del Franciacorta è un’altra curiosità che ho trovato interessante. Lo stesso è rappresentato da un F merlata, in riferimento alle torri medievali caratteristiche dei 19 comuni appartenenti alla zona classica del Franciacorta: il marchio va a richiamare il legame storico tra il vino e la cultura della sua terra. A completare l’emblema sono raffigurati due morbidi segni grafici che si abbracciano e ricordano la forma di un calice.

Riprendo ora a raccontarvi del mio viaggio nel territorio Franciacortino.

 

È così che il 14 di buon mattino siamo partiti per la nostra “enoica” meta. Avevamo deciso di visitare l’azienda Vezzoli, attratti dall’impegno che gli stessi hanno sempre dato all’attività nel settore agricolo. Inizialmente in preminenza cerealicolo, quindi a proseguire con l’allevamento dei bachi da seta ed infine, agli inizi del secolo scorso alla frutticoltura. Fu solo nei primi anni Ottanta che piantarono le prime viti di Chardonnay, ed è così che dalla semplice produzione di uve sono passati nei primi anni Novanta alla prestigiosa produzione delle bollicine di Franciacorta.

 

Arrivati a Palazzolo sull’Oglio presso la Cantina della famiglia Ugo Vezzoli, siamo stati accolti dal patron dell’azienda Gianbattista Vezzoli, gentile ed affabile, che con la sua approfondita preparazione ci ha accompagnati lungo il percorso del loro storico palazzo di San Pancrazio, risalente al Cinquecento, immerso nel verde della campagna bresciana. Il signor Gianbattista ci ha guidati alla visita delle cantine poste su due livelli, una interrata in cui si trova la bottaia e la sala delle purpitres -dove ancora si effettua il remuage a mano- e l’altra posta su eleganti fabbricati rustici dell’Ottocento.

Dopo la completa spiegazione sulle colture delle vigne, tecniche di vinificazione utilizzate, sboccatura e in finire l’imbottigliamento, è terminata la parte dimostrativa. Il nostro “anfitrione” ci ha poi ospitati nella barchessa adiacente agli edifici rurali della cantina e ci ha proposto una raffinata degustazione delle sue diverse tipologie di Franciacorta.

 

-Franciacorta DOCG Rose’ ottenuto da Pinot Nero 100%, con rifermentazione in bottiglia per 24 mesi ed un res.zuccherino pari a 8 gr/l .

Il colore rosa antico, la spuma cremosa e il perlage finissimo. Al palato risulta subito fresco, secco, leggermente amarognolo con profumi di fragoline di bosco, ad ogni respiro ero conquistata da nuovi sentori. Lunga e piacevole la persistenza.

 

-Franciacorta DOCG Saten ottenuto da sole uve a bacca bianca di Chardonnay in purezza, un giallo paglierino tenue, con una spuma morbida e delicata seguita da infinite catenelle che risalivano gentili verso l’alto. Al naso si è presentato con note garbate di fiori bianchi, sfumature di croissant e velati sentori citrini. Il gusto è fresco, elegante, avvolgente e proprio grazie alla minore pressione interna inferiore alle 5 atm come da disciplinare-, la raffinatezza d’espressione di questo spumante mi ha rievocato la piacevolezza della seta.

 

-Franciacorta DOCG Millesimato Pas Dose’ 2012 prodotto con uve di Chardonnay 80%-Pinot Nero 20%, rifermentazione in bottiglia per almeno 36 mesi e residuo zucch. inferiore a 1g/l.

Il millesimo, in cui tutta la cuvee’, spetta ad un’unica vendemmia ed esige che la sua realizzazione, avvenga solo nelle annate migliori. Il calice veste di un giallo paglierino antico, accompagnato da un finissimo perlage persistente. Il naso è conquistato da profumi di frutta matura ad una delicata percezione di nocciole, da fiori di biancospino e zagara ad agrumi canditi. Il sorso è opulento, cremoso di una eccezionale freschezza che ne denota maggiormente l’equilibrata sapidità la quale dona a questa bollicina una elegante ma dinamica armonia.

 

A questo punto, non ci resta che congedarci dalla famiglia Vezzoli che con grande passione e maestria, ci hanno deliziati nella purezza delle bacche di questo territorio, trasformate in suggestive bollicine legate alla più raffinata ed elegante espressione per uno spumante!

 

Franciacorta, che emozione!

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