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Dalla redazione
lunedì 10 febbraio 2020

Anteprima Amarone 2016

Considerazioni generali

Redazione


L’Amarone sembra non temere le nuvole che incombono sull’orizzonte economico, adombrato da effetto Brexit e i dazi americani sui prodotti agroalimentari europei. Il Valpolicella è un sistema maturo e consolidato e l’Amarone, che muove un giro d’affari di 350 milioni di euro, è ancora saldo nelle preferenze dei consumatori. Nel 2019 è cresciuta la domanda del mercato interno e tengono anche i mercati esteri, in particolare la Germania, gli Stati Uniti il Regno Unito e il Canada.

L’Anteprima che si è svolta l’1 e il 2 febbraio al Palazzo della Gran Guardia di Verona ha messo sotto i riflettori il millesimo 2016. Dal punto di vista meteorologico, l’annata 2016 è stata equilibrata e più fresca rispetto alla 2015, con una primavera particolarmente piovosa, alla quale è seguita un’estate con temperature sotto alla media storica. A partire da settembre, l’innalzamento delle temperature privo di eccessivi picchi di calore e una costante ventilazione hanno favorito una buona maturazione tecnico-fenologica delle uve. Il graduale calo delle temperature ha poi favorito un costante e buon accumulo degli zuccheri nel periodo dell’appassimento. Annata quasi in controtendenza, dunque, in un contesto di climate change che in Valpolicella ha visto raddoppiare in un trentennio le giornate con temperature superiori ai 35 gradi.
Ricordate la 2003? Fu la prima annata rovente del millennio che probabilmente segnò per l’Amarone l’apice della struttura, ma nello stesso tempo stimolò anche la capacità di adattamento dei produttori che si è concretizzata, successivamente, nel realizzare vini di maggiore snellezza e bevibilità. Caratteristiche, queste, che non mancano di certo nel millesimo 2016, “un’annata quasi perfetta”, ha affermato Diego Tomasi del Crea-Ve (Centro di ricerca viticoltura ed enologia di Conegliano), presentando i dati dei 23 campioni degustati dalla commissione consortile.

Diminuisce il residuo zuccherino (4 g/l in media contro i 12 normati in seguito alle storiche modifiche al disciplinare, che possono salire ancora sulla base del titolo alcolometrico); anche i valori dell’estratto secco non sono particolarmente elevati, dando come risultato una minore struttura al palato rispetto all’annata 2015. Il velluto e la morbidezza comunque non mancano, grazie alla glicerina, ed è buono l’equilibrio tra acidità e tannini. Gli Amarone 2016 sono contraddistinti dall’eleganza e dalla freschezza più che dalla potenza, da colori brillanti e non troppo densi, da spiccate note floreali, balsamiche e di frutti rossi e neri, più in composta che in confettura; si fanno più lievi le note speziate. In qualche caso, soprattutto nei vini finiti (solamente 18 campioni su 54 erano imbottigliati) la sensazione finale dell’assaggio è stata di un appassimento poco evidente, di vini molto freschi, quasi da abbinare ad un clima che si è scaldato.
Il fatto che i campioni da botte siano stati in maggior numero rispetto alle bottiglie pronte per il commercio è molto positivo: dare al “Re Amarone” uno spazio di affinamento che va ben oltre i tempi previsti da disciplinare è una scelta matura e, a nostro parere, vincente.

Potete leggere il racconto completo della degustazione cliccando qui.

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