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Dalla redazione
venerdì 26 maggio 2017

Alto Adige, qualità in quota

Degustazione di vini altoatesini in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige

Vanessa Olivo


Una degustazione dedicata alle produzioni di eccellenza del Consorzio Vini Alto Adige che ha trovato la sua voce in Pierluigi Gorgoni, enologo, docente presso la Scuola ALMA di Colorno e firma di alcune tra le più autorevoli guide del settore. Il filo conduttore della serata tenutasi venerdì 5 maggio al Novotel di Mestre è stato l’approfondimento dei vini altoatesini con un’attenzione particolare alle varietà dei vitigni che meglio si adattano a diverse altitudini. I vigneti altoatesini, infatti, pur occupando solo circa 5400 ettari raccolti lungo una direttrice di meno di 90 km, sono coltivati ad un’altitudine che va dai 200 ai 1000 metri a seconda delle zone vinicole. Nonostante la vicinanza vi sono sfumature nettamente diverse, dalla composizione dei terreni all’orientamento dei filari, dai microclimi all’altitudine fino alla preferenza dei vitigni coltivati, che hanno permesso di distinguere sette aree vinicole: la Bassa Atesina, l’Oltradige, Bolzano, la Valle dell’Adige, Merano, la Valle Isarco e la Val Venosta. A queste altezze le viti godono di molta luce grazie al sole che brilla per circa 300 giorni all’anno, di forti escursioni termiche tra giorno e notte e della protezione delle maestose Alpi pronte a creare uno schermo ai venti freddi settentrionali trattenendo le correnti calde del Mediterraneo. Questi sono alcuni dei fattori chiave che incoronano l’Alto Adige come un terroir altamente vocato per la coltivazione della vite, non a caso vanta una storia vinicola le cui prime tracce risalgono al 500 A.C.

Ma arriviamo al momento più atteso della serata, la degustazione magistralmente tenuta da Pierluigi Gorgoni che si è fatto interprete appassionato e competente di alcune eccellenze altoatesine.

  • Arunda Metodo Classico Arunda Cuvée Marianna – Terlano, Salorno – altitudine 300-800 metri. Brillante nel suo giallo paglierino, avvolge l’olfatto con profumi estremamente maturi di buccia d’arancia quasi candita, nota ossidativa indice di maggiore complessità, sentori nobili conferiti dal legno, con tratti che richiamano vaniglia e bourbon. Bollicina di grande finezza, solletica elegantemente il palato e il sorso ricco e appagante invita di nuovo all’assaggio.
  • Cantina Merano Pinot Bianco Tyrol 2015 – Merano – altitudine 550 metri. La verticalità olfattiva si esprime con una nota idrocarburica quasi rocciosa e agrumata che ricorda il lime e il fiore di limone, ben integrate con i sentori dati dal passaggio in legno di nocciola e mandola tostata. Il sorso è agile e dinamico, gioca sulla presenza di mineralità compensata dalla cremosità dei polialcoli, con spiccata persistenza finale che ripercorre le note di una scorza di agrume.
  • Elena Walch Sauvignon Vigna Castel Ringberg 2016 – Lago di Caldaro – altitudine 400 metri. Olfatto delicato che si esprime con il profumo dei fiori di sambuco, della pesca bianca, del pompelmo rosa fino a un leggero tocco balsamico. Il palato è pervaso da una raffinata freschezza e grande persistenza, ripercorrendo nelle note finali il sambuco e la pesca.
  • Pacherhof Riesling 2015 – Valle Isarco – altitudine 700 metri. Appaga la vista con la lucentezza del suo giallo paglierino arricchito da riflessi verdolini, mentre sprigiona profumi di frutta a polpa bianca, in primis una susina mirabella, di pompelmo e mineralità rocciosa. Al palato grande spessore e persistenza si intersecano note amarognole e agrumate quasi a ricordare l’aroma del mandarino cinese.
  • Colterenzio Gewürztraminer Lafóa 2015 – Appiano – altitudine 450-550 metri. Si ritrovano nel calice tutta l’intensità del litchi e della lavanda, del fiore di rosmarino e della noce moscata. Al palato grande morbidezza, l’alcolicità è importante ma ben sostenuta dalla struttura del vino, mentre nel finale emerge una nota amaricante.
  • Pfannenstielhof St. Magdalener Classico 2016 – Santa Maddalena – altitudine 260 metri. Rosso rubino con riflessi violacei, esprime all’olfatto una nota ferrosa sanguigna, accompagnata da frutti di bosco e violetta. Gusto fresco e persistente, con ritorni al fruttato negli aromi finali.
  • Franz Haas Pinot Nero Schweizer 2014 – Mazzon, Pinzano, Gleno e Montagna – altitudine 350-700 metri. Rosso granato con una buona trasparenza. L’olfatto è elegante, sprigiona essenze di ribes, confettura di prugne, rosa, cardamomo. Il gusto è pieno, morbido, di buona persistenza, concede al palato un finale di yogurt di lampone e mirtillo, chiudendo in una scia amarognola.
  • K. Martini & Sohn Lagrein Maturum 2013 – Bolzano Gries – altitudine 23 metri. Rosso rubino intenso, emana sentori di ginepro, mirto, confettura di mirtillo, note selvatiche di rovo, leggero tocco balsamico. Al palato tornano in via retrolfattiva la confettura di mirtillo, seguita da ginepro, pepe e per finire da un sentore di liquirizia.

 

[foto di Bruno Bellato]

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