Marco Nostran
E’ un vivo piacere raccontare della serata AIS Padova di giovedì 17 aprile, dedicata alla verticale del Vignalta Rosso Gemola. Simbolo dell’eccellenza vitivinicola dei Colli Euganei, questo taglio bordolese ha saputo conquistarsi un posto di tutto rilievo nel panorama enologico. Consapevoli del valore della proposta, in molti hanno partecipato alla degustazione organizzata presso il ristorante La Montanella di Arquà Petrarca. Il senso di una trepida attesa era palpabile. A condurre la serata, il delegato AIS Rossano Moretto, il degustatore Marco Tinello e il “paron” di Casa Vignalta Lucio Gomiero. Nel rispetto dei ruoli, il sig. Gomiero ha parlato dell’azienda, di come si affronta la vendemmia e del cambiamento climatico. Il primo vigneto fu piantato nel 1990. La scelta lungimirante, fatta con il socio Franco Zanovello, di sfruttare le potenzialità dei suoli del Monte Gemola, allora pressochè sconosciute, si è rivelata nel tempo un successo.
Occorre ricordare che il caleidoscopico mondo magmatico dei Colli Euganei è un unicum nel suo genere: contiene tutti i tipi di minerali presenti nella Tavola di Mendeleev. Il Monte Gemola, in particolare, si caratterizza per la presenza di una trachite a scaglia assente in altre aree dei Colli Euganei, friabile e porosa, capace di trattenere l’acqua evitando di ricorrere all’irrigazione dei vigneti. Altra particolarità sono i terreni a reazione acida (PH): una rarità nel mondo vulcanico! Il vigneto è stato suddiviso in tre parcelle, collocando nella parte bassa della collina il merlot e in quella alta il cabernet franc.
La composizione del blend è un 70% merlot e un 30% cabernet franc. La maturazione del vino avviene solo in tonneaux nuovi di rovere francese. Nel 2017 in azienda si percepiscono i primi segnali del cambiamento climatico: il merlot, già precoce, matura prima e il cabernet franc, più tardivo, migliora la qualità, in particolare quella floreale. Pertanto, oggi, si sta procedendo alla mappatura di tutti i terreni per ricalibrare la percentuale di impianto dei vitigni a favore del cabernet franc e dello chardonnay.
Ma ora è tempo di svelare il piatto “succulento” che Casa Vignalta ha preparato: sette annate, distribuite in un arco temporale che va dal 2003 al 2019. Un tempo lungo, che è l’essenza di questo lavoro di alta fattura.
La degustazione, affidata a Marco Tinello, miglior Sommelier Ais del Veneto 2008, viene anticipata dalla presentazione della vendemmia di riferimento.
Si parte con l’annata 2019
Calda, ma non torrida ha prodotto un Gemola fine, equilibrato, dai tannini morbidi e vellutati, che sa di vulcano, con sentori di frutta scura in divenire e mirtillo. Tre anni di maturazione in botte.
Annata 2017
Calda e asciutta. Il grappolo d’uva pesava poco e risultava troppo tannico. Si decise per una maturazione in botte di quattro anni. Al naso si distingue per una prugna matura, una ciliegia che emerge con una spolverata di caffè. Al sorso è fresco, dal tannino più astringente rispetto al 2019, ma sempre in equilibrio.
Annata 2015
Calda, ma non torrida, di grande concentrazione, ma non squilibrata. Ne è uscito un vino pieno, fresco, che scorre piacevolmente. Il sentore della frutta rossa croccante è accompagnato da una nota ferrosa, sanguigna e vulcanica.
Annata 2012
Non particolarmente calda. A settembre, però, arrivò un vento caldo che asciugò gli acini e rese i tannini un po’ gessosi. Si decise, quindi, per una maturazione in botte di quattro anni. Vino che rimane ancora giovane, che fa fatica a disvelarsi. Dotato di struttura potente, ma fresco, con nota di arancia sanguinella e frutta scura, ma privo di terziari.
Annata 2008
Calda, ma non troppo, dove l’acqua, a settembre, è arrivata giusta. Comunque si decise per un invecchiamento di quattro anni. Note di frutta scura più matura: mirtillo, prugna, confettura, caffè e fiori appassiti. Vino fresco, equilibrato e fine.
Annata 2007
Clima perfetto, estate calda, ma non problematica. Ne è uscito un vino fresco, scorrevole, integro, setoso e delicato, che invita alla beva nonostante l’età. Ha belle note olfattive di arancia sanguinella, corteccia, sottobosco, terrosità e frutto fresco.
Annata 2003
Calda, la vendemmia è stata fatta ad agosto. La particolare freschezza dei terreni del Gemola mitiga gli eccessi del caldo e dopo ventidue anni il risultato è un vino ancora fresco e dalla cromaticità integra; al naso domina la nota di rabarbaro e goudron.
In tutte le annate presentate si apprezzano le note di una frutta rossa, matura, croccante e quel sentore di vulcano. La setosità e finezza dei tannini lasciano il palato pulito, come apprezzato consumando il saporito “risotto alla quaglia” preparato dallo staff del ristorante La Montanella. Al termine del percorso degustativo, si rimane stupiti dalla freschezza che un vino di tale struttura riesce ad avere in tutte le annate assaggiate.