Catia Nassi
Entusiasmo, curiosità, voglia di toccare con mano e vedere con i propri occhi le bellezze di un territorio conosciuto e riconosciuto come Patrimonio Unesco nel mondo: le Langhe! Queste sono solo alcune delle motivazioni che avevamo messo nei nostri zaini quando, domenica 11 giugno c.m., siamo partiti per raggiungere la nostra meta.
Nel primo pomeriggio, arrivati a Canelli, abbiamo visitato le Cantine Contratto, ad attenderci Giovanni che ci ha guidati alla scoperta di questa storica cantina iniziata nel 1867 e conosciuta, anche, come “Cattedrale del Vino” per le sue cantine sotterranee interamente scavate a mano con un’estensione di ca 5000 metri quadrati e una profondità massima di 38 metri che favorisce una temperatura costante di 13 gradi, riconosciute Patrimonio Unesco.
Dal 2011 gli attuali proprietari sono la Fam. Rivetti, fondatori della loro prima cantina La Spinetta a Castagnole delle Lanze in cui producono i grandi vini rossi delle Langhe. All’interno delle Cantine Contratto si produce l’Alta Langa Docg, che in base al disciplinare si può ottenere solo con uve provenienti dalle tre province piemontesi di Asti, Alessandria e Cuneo; Giorgio Rivetti utilizza uve di pinot nero e chardonnay in purezza o blendate, la Contratto attualmente possiede ca 40 ha di vigneti situati a Bossolasco con un’altitudine che varia dai 600 agli 800 slm, produce ca 160 mila bottiglie l’anno di Metodo Classico che per disciplinare riposa sui lieviti minimo 30 mesi per arrivare poi con etichette che superano i 120 mesi.
Una raffinata degustazione delle più importanti etichette di Alta Langa Docg ha concluso con briosità la nostra visita:
Millesimato Pas Dosè 2019 pinot nero e chardonnay
For England Pas Dosè 2018 pinot nero
Bacco d’oro Brut 2019 pinot nero e chardonnay
Contratto Special Cuvèe Pas Dosè 2010 bottiglia Magnum, pinot nero e chardonnay
Sempre a Canelli abbiamo poi visitato la storica Distilleria Bocchino sorta nel 1898, anno in cui Carlo Bocchino -il fondatore- decise di produrre una grappa monovarietà utilizzando solo vinacce di uva moscato bianco di Canelli, l’unicità delle sue grappe è data dal paziente affinamento dei distillati in piccole botti di rovere e barriques.
A Carlo Bocchino subentra il genero Carlo Micca, un medico dentista, il quale nel 1976, attraverso l’idea di una nuova campagna pubblicitaria, sponsorizzò la grappa: “Bocchino Sigillo Nero” con la partecipazione di Mike Bongiorno sulle pendici del Monte Bianco.
Ogni distillazione avviene separatamente, quindi per ogni singolo vitigno, infatti, oggi le grappe sono prodotte anche con vinacce di nebbiolo e barbera due autoctoni ben rappresentativi della zona a cui fa seguito la denominazione: Grappa Piemonte.
La nostra visita è proseguita nella sala degli alambicchi discontinui a vapore, rigorosamente in rame; una suggestiva barricaia dalle luci calde e soffuse ci ha introdotti nella sala degustazione in cui ci sono state proposte in assaggio:
Riposati e rifocillati da un’ abbondante colazione, lunedì 12 giugno abbiamo raggiunto il cuore delle Langhe: Barolo. Accompagnati da Simone abbiamo visitato le Cantine dei Marchesi di Barolo. Una storia d’amore iniziata nel 1806 tra il Marchese di Barolo Tancredi Falletti e la nobildonna Juliette Colbert de Maulèvrier, la quale intuì da subito che il territorio era particolarmente vocato per la coltivazione del vigneto di nebbiolo; dal 1929 la proprietà è passata alla famiglia Abbona che si è concentratta sui vitigni autoctoni dominati dal nebbiolo coltivati su diverse tipologie di terreni dalle marne, all'argilla, al tufo, per finire alle arenarie.
I Barolo prodotti si suddividono in sei singole etichette, di cui tre appartengono ai vitigni storici di Cannubi, Sarmassa e Coste delle Rose, gli altri tre sono il Barolo Tradizione, il Barolo Riserva e quello dell’omonimo Comune di Barolo.
Come da programma abbiamo pranzato nella splendida “Sala Cannubi”, dove abbiamo degustato i vini abbinati alle pietanze:
Barbera d’Alba Doc Superiore Peiragal 2021
Barolo Docg del Comune di Barolo 2018
Moscato d’Asti Docg Zagara
Nel pomeriggio abbiamo avuto il privilegio di essere guidati dalla travolgente e appassionata Francesca Vajra che ci ha accolti nella cantina di famiglia a Barolo, ci ha accompagnati nei vigneti nella famosa collina: “Bricco delle Viole”.
Era il 1968 quando Aldo Vaira -papà di Francesca- a soli quindici anni aveva capito che la sua grande passione era di vivere a stretto contatto con la natura: tra i suoi vigneti.
Fu sua l’idea di dare all’azienda appena nata, il nome del papà, Gian Domenico: G.D. Vajra.
La filosofia aziendale della famiglia Vajra è improntata al rispetto per l’ambiente, il lavoro rigorosamente manuale nei vigneti si fonde con una scrupolosa selezione anche per ogni singolo acino da questa grande attenzione, unita ad un profuso lavoro nascono i grandi vini rossi delle Langhe, e non solo, infatti, sono tante le varietà di uva coltivate come l’autoctono a bacca bianca: nascetta.
In una maestosa sala da degustazione affacciata sulle colline langarole più importanti abbiamo degustato:
Langhe bianco Dragon Doc 2022
Langhe Nebbiolo Doc 2022
Langhe Freisa Kyè Doc 2020
Barolo Bricco delle Viole Docg 2019
Barolo Chinato
Il nostro delegato Rossano Moretto, poi, ci ha riservato una piccola chicca, accompagnandoci nel piccolo borgo: La Morra, dove abbiamo ammirato dalla sua splendida terrazza panoramica il disteso e quasi sconfinato paesaggio delle Langhe con le sue colline, i suoi borghi e i suoi castelli arroccati quasi a voler difendere il proprio territorio.
Al termine di questa intensa giornata abbiamo cenato presso il ristorante La Sbornia, di Verduno; qui abbiamo scelto i vini del territorio da accompagnare ai piatti:
Alta Langa Brut Docg 2017 Cantine Bava
Verduno Pelaverga. Doc 2022 Cantina Burlotto
Barolo Bricco Ambrogio Docg 2019 Az.Paolo Scavino
Moscato d’Asti Beppe Mo Docg 2022 Az:Agric.Mo Ivano
Il mattino di martedì 13 giugno imperversava un violento temporale, ma, il tempo di percorrere il tragitto che ci ha condotti all’ultima cantina Ettore Germano viticoltori dal 1856 a Serralunga d’Alba, e il cielo si era già rischiarato.
Da cinque generazioni la famiglia Germano lavora i terreni di Serralunga, come agricoltori di varie colture, ma solo verso gli anni ’70, Rosanna, mamma di Ettore, convince i famigliari ad impiantare tutti monovitigni e principalmente: barbera e nebbiolo. Oggi l’azienda ne coltiva 10 ha nelle colline: Prapò, Cerretta, Lazzarito e Vignarionda; con le uve provenienti da questi appezzamenti produce Barbera, Langhe Nebbiolo e cinque etichette di Barolo.
Verso gli anni ’90, l’attuale patron dell’azienda Sergio, appassionato di vini a bacca bianca, acquista nei pressi di Ciliè -ai confini con la Liguria- un terreno vocato alla coltivazione di nascetta, riesling, chardonnay e pinot nero; sono questi due ultimi vitigni che hanno dato la spinta alla produzione di ca 75mila bottiglie all’anno di Alta Langa Docg nelle varie tipologie.
Sergio con la sua ospitalità ci ha presentato in degustazione:
Alta Langa Rosanna Extra Brut Docg 2014 nebbiolo 100%
Alta Langa Riserva Pas Dosè Docg 2014 pinot nero 100%
Langhe Riesling Herzu Doc 2019
Langhe Nebbiolo Doc 2017
Barolo Prapò Docg 2018
Barolo Ceretta Docg 2017
Andar per le Langhe si è dimostrata un’esperienza unica per l’apprendimento e ancor di più per il coinvolgimento di squadra!