Dalla redazione
lunedì 4 maggio 2020

La Sciabolata

Messaggi in bottiglia

Redazione


Tempo sospeso nel tempo qui a Barbuda, in questo mare dei caraibi con poca storia e tante leggende. I ragazzini con il loro cane Bòndi (diminutivo di albòndiga = polpetta) mi hanno portato tutti eccitati una bottiglia chiusa con un foglietto dentro, buttata sulla sabbia bianca da un mare in vena di racconti. La apro con teatralità, come se fosse uno Chateau Lafitte Rotchild Pauillac, per i ragazzi qualche parola in francese è già come andare al cinema. Il tappo di sughero ha tenuto e dentro c’è un foglietto ingiallito e stinto, qualcosa si legge, in greco o forse cirillico, ma i ragazzi pendono dalle mie labbra e qui Babbo Natale non passa mai, le renne non reggono questo caldo.

Per loro invento la storia di Igor, un feroce bucaniere cosacco che ci rivela in punto di morte che ha nascosto un favoloso tesoro ed ha messo le istruzioni per trovarlo in tre bottiglie diverse. Qui c’è scritto che è un’isola grande, senza montagne e con una grande laguna (le informazioni vanno bene per Barbuda e per decine di isole), ma i ragazzi già si organizzano per setacciare chilometri di coste, per loro sarà un lungo gioco di conoscenza della loro isola. 
Dicevamo che agli uomini piacciono i salti, ma anche i messaggi, quelli scritti sulle cortecce degli alberi, sui muri, sui bigliettini, sui cellulari, nelle bottiglie e sulle due sonde spaziali Voyager uscite dal sistema solare e mandate ad esplorare l’universo, con un disco di metallo pieno simboli e di formule ed una frase del presidente americano Jimmy Carter: «Questo è un regalo di un piccolo e distante pianeta, un frammento dei nostri suoni, della nostra scienza, delle nostre immagini, della nostra musica, dei nostri pensieri e sentimenti. Stiamo cercando di sopravvivere ai nostri tempi, così da poter vivere fino ai vostri». 

Per sopravvivere ai nostri tempi forse anche la Natura con questa pandemia ci ha mandato un virus messaggero: alcuni aspetti del nostro sviluppo e della globalizzazione economica non sono naturali, non sono mai esistiti prima e così la natura non ci può più difendere. Forse anche il mondo del vino dovrebbe mandare qualche messaggio di risposta, magari maggiori spinte verso una viticoltura ecosostenibile, non punitiva verso il convenzionale, ma con più incentivi per il biologico in senso lato, sempre in accordo con le organizzazioni dei produttori, con gli enti governativi e con tutta la filiera. Forse anche i sommelier dovrebbero avere un’attenzione particolare per questi aspetti nei vini, anche partendo dalla loro formazione.


Anche Pilar manda il messaggio del pranzo in tavola, battendo il mestolo sulla padella appesa: oggi polpette al pomodoro. Bòndi le scodinzola intorno e la guarda come fosse la Madonna, questo figlio di un cane è un grande stratega.

Yanez

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