Alberto Cinetto
Padova, 28/03/2018
Evento importante e di “classe”, quello organizzato dall’AIS di Padova nella serata di giovedì 22 marzo. Il Caffè Pedrocchi rappresenta uno dei simboli culturali della città di Padova e la sua meravigliosa Sala Rossini esprime un’affascinante capolavoro di bellezza ed eleganza. Location migliore non poteva, quindi, essere scelta per parlare di Champagne e degustare i migliori “gioielli” della Maison Louis Roederer, nell’occasione presentati da Alberto Lupetti, considerato uno dei massimi esperti di champagne al mondo.
Nella gremita sala erano presenti anche il Segretario generale del Comune di Padova, nonché sommelier AIS, dottor Giovanni Zampieri e l’Assessore allo Sport e Avvocatura Civica Avvocato Diego Bonavina, che ha portato i saluti del Sindaco e di tutta l’Amministrazione Comunale.
Nella sua esposizione iniziale Alberto Lupetti ha ricordato che la parola francese più famosa al mondo è Parigi, mentre la seconda è proprio Champagne, a dimostrazione della fama e del prestigio di questo affascinante vino che si può abbinare con qualsiasi cibo ad esclusione del dolce.
Vigneti di Chardonay, Pinot Nero e Pinot Meunier coltivati su 33.000 ettari con 280.000 parcelle, 320 Cru di cui 17 Grand Cru e 42 Premier Cru. Altri numeri raccontano di una produzione annua di 300 milioni di bottiglie con uno stoccaggio di 1,17 miliardi e un fatturato annuo (2017) di 4,9 miliardi di euro. Numeri impressionanti per questa appellazione considerata unica, lo champagne rappresenta il 13% dei vini spumanti consumati al mondo. Questo prestigioso prodotto è da sempre reputato un lusso, in realtà va considerato un piacere e altrettanto si può dire per quanto riguarda il valore, è costoso perché alto è il costo di produzione.
Nel descrivere la Maison, Lupetti racconta che questa passò nelle mani di Louis Roederer nel 1833 e da allora fu un crescendo di innovazioni legate sempre alla tradizione. Ai giorni nostri questa prestigiosa Maison è gestita da una sola persona che ha la responsabilità su ogni decisione, per quanto riguarda le uve è autosufficiente al 70% con vigneti eccezionali tra i migliori in champagne.
Nel ricordare che il miglior champagne è quello che dobbiamo ancora assaggiare, Alberto Lupetti ha iniziato la presentazione dei vini che erano previsti in degustazione:
1. Brut Premier: un Sans anneé che rappresenta il biglietto da visita della Roederer, prodotto da uve Chardonnay 40%, Pinot Noir 40% e Pinot Meunier 20%. Questo champagne è l’unico non prodotto nella cantina storica, ma in un’altra cantina per non contaminare gli altri champagne con i batteri derivanti dalla malolattica a cui è stato sottoposto. Matura sui lieviti almeno 36 mesi, dosage di 9 g/L, con questo prodotto, lo chef de caves Jean-Baptiste Lécaillon, esprime il miglior champagne non millesimato. Al naso è risultato compatto, ricco, profondo esprimendo profumi agrumati, mineralità ma anche pasticceria e in bocca il piacevole gusto di aromi richiamava la mineralità lasciando una piacevolezza tale da desiderare un altro sorso.
Il servizio di uno sfizioso piatto a base di baccalà mantecato, tartare di carne e scaglie di grana, ha anticipato la degustazione del secondo vino.
2. Brut Nature 2009: un Pas Dosè prodotto come prima annata nel 2006, che rappresenta una novità e una sfida dello chef de cave. Uve di Chardonnay 20%, Pinot Noir 55%, Pinot Meunier 25%, fermentazione in legno per il 50% delle uve, dosage 0 g/L senza malolattica e demi-mousse con pressione di 5 Atm. Al naso è risultato molto pulito e al gusto, la fine bollicina setosa e carezzevole ha piacevolmente esaltato i sentori di frutta matura con un finale sapido per rendere questo champagne avvolgente e mai spigoloso.
3. Brut Vintage 2012: un altro champagne millesimato dove perfezione e armonia hanno messo in evidenza un grande vino di una annata considerata eccezionale. Uve 70% Pinot Noir, 30% Chardonnay, dosage 9 g/L e matura sui lieviti per 4 anni. Complesso, potente ma allo stesso tempo raffinato, ha espresso note di frutta scura, mineralità ma anche tabacco e spezie dolci. Al gusto è risultato fresco con un richiamo alla frutta, ha espresso un carattere leggero ma allo stesso tempo denso e accattivante.
4. Cristal 2009: ultima annata di questo mitico champagne destinato, un tempo, agli zar russi, dal 1932 è nel mercato globale. La caratteristica della bottiglia è il fondo piatto (allora per motivi di sicurezza) che la rende pesante e inconfondibile. Da uve Pinot Noir 60% e Chardonnay 40%, fermentate in legno nella misura del 25%, dosage 8 g/L, no malolattica e matura 6 anni sui lieviti. Il DNA di questa eccellenza è una maturità massima, che evidenzia il frutto con note esotiche e tropicali. In bocca si è rivelato cremoso senza essere molle con un finale piacevole ed estremamente elegante.
5. Cristal 2007: questo capolavoro è il risultato di una annata in cui pochi hanno creduto. Da uve Pinot Noir 58% e Chardonnay 42%, dosage 9 g/L. No malolattica e fermentazione in legno del 25% delle uve. Questo champagne si è dimostrato succoso con una bevibilità predominante dovuta ad una acidità ben presente ma mai invadente.
Un ringraziamento speciale a Giuseppe Conte per la consueta disponibilità e per i suoi appunti di degustazione.