Dalla redazione
lunedì 22 gennaio 2018

Visita a Terre di San Venanzio Fortunato

Massimo Zardo


L’ultimo appuntamento del 2017 di “Degusta Visitando” ha visto i sommelier della delegazione di Treviso ospiti della cantina Terre di San Venanzio Fortunato. Il nome richiama la figura di San Venanzio, poeta della tarda età romana nato proprio a Valdobbiadene che, divenuto uno dei principali interpreti della cultura del VI secolo, portò sempre con sé nei suoi pellegrinaggi il ricordo e la gratitudine verso questa terra e le genti che la abitavano. E questi stessi sentimenti sono stati il motore che ha spinto Monica Ganz e Gabriele Gregolo, con la prima vendemmia del 2007, a intraprendere questa nuova avventura nel mondo del vino.

Ci ritroviamo nella moderna cantina situata ai piedi della zona più rinomata della denominazione, la collina di Cartizze. Ad accoglierci troviamo i due titolari assieme all’enologo Luca Antiga che è il nostro Cicerone nella prima parte dedicata alla visita della cantina. Profondo conoscitore del territorio, Luca è una fonte inesauribile di nuove conoscenze e informazioni. Egli ci spiega come l’azienda, non avendo vigneti di proprietà, si affida solamente a una ristretta cerchia di fidati conferitori che lavorano seguendo i rigidi dettami aziendali improntati alla ricerca della massima qualità. La conversazione sfocia poi in un interessante confronto sulle cuvée sulle quali l'azienda pone particolare attenzione. Proseguendo il nostro giro notiamo che, da Terre di San Venanzio, tecniche all'avanguardia ed esperienze vecchie di generazioni si fondono insieme per poi ritrovarsi intatte nel nostro calice di Prosecco Superiore Docg.

Concludiamo il nostro incontro consapevoli di aver appreso qualcosa in più sul Conegliano-Valdobbiadene. A Monica, Gabriele e Luca vanno i nostri ringraziamenti e complimenti per lo splendido progetto che portano avanti con impegno e passione. A noi invece un arrivederci al 2018 con nuovi incontri di Degusta Visitando. 

Arriva il momento dell’assaggio. Nella sala degustazione, dove domina un grande tavolo preparato per l’occasione, la nostra attenzione viene attirata da una particolare collezione di cavatappi di tutte le forme, età e provenienze che sono una delle passioni di Monica e Gabriele. Nei nostri bicchieri già aspetta il primo vino, un raffinato Valdobbiadene brut che profuma di pera e mela verde, dalla tagliente acidità citrina che si dimostra un esempio di stile per la tipologia. A seguire ci viene proposto l'extra dry. Intenso, dai sentori di pesca e mela golden, rotondo in bocca senza mai stancare. La nostra curiosità cresce e le domande si susseguono; in nostro soccorso giunge anche Giuseppe “Bepi” Piovesan, vera e propria memoria storica e figura imprescindibile quando si parla di Conegliano-Valdobbiadene. Proseguiamo con un dry che è pura concentrazione di frutta gialla ed erbe aromatiche, per seguire poi con i due Cartizze. Il primo nella versione dry che gioca al naso su sentori floreali e agrumati, mentre in bocca spicca per equilibrio, con il residuo zuccherino che contribuisce a donare struttura più che dolcezza. Il secondo è un brut dalle sensazioni vegetali e dalla spiccata sapidità, ravvivate in una ottima persistenza gustativa. Chiudiamo la degustazione con una particolarità: il brut demi long, con 5 mesi di sosta sui lieviti che gli regalano all'olfatto note di pane appena sfornato e fiori gialli e al gusto sapidità e freschezza notevoli.

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