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Dalla redazione
lunedì 5 giugno 2017

Brunello di Montalcino Docg Il Marroneto: La Verticale

L'eleganza e la piacevolezza di beva di un vino unico

Giulio Fanton


La Delegazione Ais di Verona ha incontrato Alessandro Mori, proprietario e conduttore dell’Azienda Vinicola “Il Marroneto”, nell’elegante cornice del ristorante Vittorio Emanuele della città, condividendo con lui la degustazione di sei annate dei suoi vini che coprono un arco temporale di diciotto anni.

Il Marroneto è azienda storica della DOCG Brunello ed occupa l’antico essiccatoio di castagne, a ridosso delle mura di Montalcino, che le dà il nome. I vigneti per circa un ettaro e mezzo sono distesi lungo il fresco versante settentrionale della collina, declivio che apporta al sangiovese acidità elevata e tonalità minerali. Il resto del vigneto è sul versante nord-ovest di Montosoli. La pendenza della collina e l'esposizione garantiscono in entrambi i casi buone condizioni di maturazione all’uva. La produzione si concentra su tre linee di prodotto: Brunello di Montalcino Il Marroneto, Brunello di Montalcino Selezione Madonna delle Grazie, Rosso di Montalcino DOC.

Mori ha aperto la serata, citando Mario Cortevesio, l’enologo che gli ha ispirato la concezione del Brunello: non vini strutturati e potenti, frutto di macerazioni lunghissime, ma ricerca di minor estrazione, minori componenti dure e maggiore bevibilità.

Della sua vigna, sottolinea l’ampio sesto di impianto, “perché il sangiovese si alimenta nei primi 60 centimetri di terreno”, e l’essenzialità degli interventi: nessuna concimazione, niente diserbo, no ai fitofarmaci sistemici. L’impianto “largo” e la conduzione agronomica gli forniscono rese fra i 40 e i 50 quintali per ettaro.

In cantina si limita ad aiutare il sangiovese ad esprimere le sue grandi potenzialità: lieviti indigeni e nessuna macerazione fermentativa per conservare i profumi floreali più volatili. Almeno 39 mesi in botte grande e affinamento in bottiglia per 10 mesi perché “il vino invecchia in legno e prende eleganza in bottiglia”.

I vini in degustazione hanno spaziato fra le due linee di Brunello dell’azienda: Il Marroneto e la selezione Madonna delle Grazie.

Le annate del Marroneto servite, sono state sei: 2003, 2001, 2008, 2009, 2012 e 1999. Tutte hanno esibito una cifra stilistica fondata sull’eleganza, su una personalità fortemente minerale e grande piacevolezza di beva. La veste piuttosto tenue, sebbene viva, come ci si aspetta da un Sangiovese. Profumi di ibiscus e violetta, ciliegia matura, macchia mediterranea, pepe. Al sorso, freschezza e sapidità ben integrate, tannini sottili anche nelle annate più recenti, corpo agile e tonico, discreto e fine nell’approccio, ma lungo di frutto e mineralità, con qualche piacevole nota amaricante in un paio di annate. Ha colpito in modo particolare l’annata 1999: all’olfatto, note scure di liquirizia, mirtillo e cacao, insieme a quelle più soffuse di spezie e fiori; al sorso, la dolcezza acidula della melagrana con un lungo finale di frutta da guscio ed erbe amare, ma anche terra umida, ginepro, pigna, edera. Un vino vivissimo, ampio e profondo, piacevole di beva, con una freschezza in equilibrio con l’elegante morbidezza, il tannino setoso e avvolgente.

La selezione Madonna delle Grazie si è presentata più strutturata. Le stesse annate del Marroneto, ad esclusione della 1999; particolarmente interessanti i bicchieri del 2001 e del 2012.

Madonna delle Grazie 2001
L’annata favorevole premia l’eleganza ricercata in cantina. Granato intenso e acceso. Bouquet ricco di pot-pourri di fiori rossi, ciliegia matura, liquirizia e china, suggestioni terrose ed animali. Struttura solida e slanciata. Intenso e fine al sorso che riflette quanto apprezzato al naso, con tannini sottili e ancora leggerissimamente graffianti. Finale lungo di frutto maturo.

Madonna delle Grazie 2012
Una promessa. Il Brunello è ancora giovane, ma riprende i caratteri del lontano 2001. Accenno di complessità olfattiva che si apre per piani successivi oltre agli attesi fiori, frutti e spezia con fugaci note animali e scure di sottobosco. Tannino vigoroso e carezzevole. Equilibrio già interessante.

Album completo della serata

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